Il suo quotidiano era adornato da ricordi, una penna lo riportava dall’amico caro. Rilegava patrimoni umani per ogni gesto, l’esistenza come rito continuo, una parola sussurrata dal cuore, lo scorrere e il trattenere solo il meglio, l’insegnamento. Prima di prendere sonno si rivolgeva all’aiuto di chi corpo non toccava, ma vigile tra i sogni lo accompagnava. Apprendeva dalle cose semplici, ammirava la grazia delle api nell’impollinare un fiore, la lealtà delle farfalle nel planare tra le foglie, era un bambino che assaporava l’acqua alla ricreazione pensando all’aridità nei deserti. Mia era la sua guida e lui si faceva guidare dalla creatura che a suo sentire era la più pura. Più umili erano le persone, più lei le avvicinava. Nelle piazze lo riportava al ricordo, alle baracche, al calore, al raccontare degli occhi, la narrazione delle difficoltà e delle scelte, la dottrina. Era solito farsi carico di un bene molto prezioso, in quei tempi il vento era solo vento, e così anche la terra era divenuta terra, l’uomo stava perdendo il contatto più prezioso, la percezione delle cose che cose non erano. (Preghiere fatte azioni)
Luce Nuova
Mentre una madre aspettava il suo bambino uscire da scuola, ammirava l’oro riversarsi tra le foglie di alcuni alberi, era seduto al bar con un vecchio amico, una persona di cuore. Nell’azzurro ritrovava Ognina, il mare e la sua voce, le grotte dell’Etna e i cavallucci marini, la poltrona per la nonna e la fantasia di un bambino. Si riprometteva da tempo completare un’opera, così l’insieme di quei fogli restava spogliato dalla scena prossima, erano disegni nell’attesa di un pubblico all’ingresso. (Empire State) / Chi cambia l’acqua alle rose morte, e chi ricorda l’infanzia sotto i tavoli da gioco. (Ma che ne sanno)
Riflessioni Corridoi
Presidente mi dispiace ma lei ha concluso la giornata di oggi, con queste parole cariche di patos si prolungava nel cercare maggiore approvazione al suo intervento. Era una dinamica costruita dietro il sipario, ogni partecipante doveva chiamare a sé l’attenzione, bisognava tenere il clima acceso e allo stesso tempo passivo, statico, stagnante. All’ordine del giorno non ci si adoperava per migliorare il comune vivere, il confronto era logoro, la base costruttiva era divenuta scontro. (Politica)
Consapevolezza Collettiva
Chi è privo di coscienza diventa un pericolo in questa società. Una classe politica accuratamente scelta per un declino lento e profondo. Trovano soluzioni facili e affrettate indotte da un sistema che desidera abolire l’azzurro dai cieli, l’oro dai sogni, il contatto tra qui e ora. – Il cappotto regalato dalla nonna, l’aveva protetto dal freddo gelido per le strade di N.Y.C. nel 2007, raccoglieva impronte per la Causa Planetaria. La palla invece era stata uno dei suoi primi investimenti, bambino sognava la discoteca come luogo di aggregazione, e così provò crearne una in cantina, gli specchietti colorati completarono: Addolcirsi, installazione sempre nel 2008, che cerca contrastare la plasticità contemporanea. I guanti erano quelli che adoperava per scartavetrare il legno da antichi colori, le polveri le rimpiegava per dare impasto di memoria alla futura opera. All’interno buste scartate, presentavano errori di scrittura, si prodigava in massicce spedizioni in tutto il paese, documentazioni poetiche dell’operato svolto nella Ricerca Artistica. / A volte ammirava bellissime strutture prive di mantenimento e lasciate all’abbandono, facevano parte essenziale del bene comune, e il suo più grande desiderio era quello di poterne prendere paternità, dare alla luce il suo impegno dedito ad una maggiore consapevolezza collettiva. L’arte era allieva e allo stesso tempo maestra, era una frequenza che lo aiutava a crescere, a non rinunciare al sogno.
La Preghiera non ha confini ed è un Dono, forse il più prezioso. (Custodi di Bellezza)
Alcuni dicono che la felicità bisogna cercarla lontano; altri dicono che dimora vicino, nella casa; ma la felicità perfetta è nella culla di un neonato. (Proverbio cinese) – Fin da piccino l’emotività apriva varchi imprevedibili, una delusione nel giardino avrebbe raggiunto una risposta immediata, lo sconforto restava ma quel velo legato alle coincidenze diveniva involontaria osservazione. Col tempo comprese che in tenera età aveva anche provato a svincolarsi da quella dimensione, ma presto si rese conto che era un dono, che la bellezza andava custodita, e non doveva mai dimenticarsi del privilegio che gli era stato affidato. / Ricordo come ieri quando questo comodino si presentò in mezzo al marciapiede, gli ridiedi vita per l’ingresso dei nonni. | Domenica Mattina. (Facciate) – Underground
Un cambio razionale di frequenza. (25 Aprile)
In quella casa aveva vissuto quasi fin dalla nascita, la notte quel suono di grilli lo nutriva, cercava riassumerci il viaggio, e nonostante difficile fosse condividerne magia in una confusione di suoni indotti, trovava rifugio anche tra i numerosi tavoli da gioco, il Natale era alle porte. Non amava meditare in pubblico, aveva compreso il vibrare, e cercava non destare rilevante attenzione da ciò che nasceva spontanea, una vocazione che leggeva l’anima attraverso piccoli gesti. I sogni erano sempre più lunghi e la sua cucciola lo accompagnava in quei viaggi dove il risveglio portava sempre date e annunci. Fin da bambino era attratto dall’ordine e dalla pulizia, gli piaceva cimentarsi nel risanare ciò che aveva subito trauma, faceva affidamento allo spirito e al silenzio, trovava in quel modo di esistere la gratificazione delle piccole cose. Non alzava la voce per paura, cercava farsi capire dall’inutile ascoltare. Una casa per lui non erano solo le mura ma cosa essenziale, il vissuto che era trascorso senza premura. Il suo primo locale si chiamava Circuito Chiuso, aveva il simbolo dell’infinito e fuori un giardino di piccole palme, chiudeva a tarda notte fin quando quell’insegna discreta si spegneva, in quella Piazza che tante memorie aveva svezzato fin dai tempi del Liceo Classico Mario Cutelli. (Mia)
Raccolgo dalla strada, la strada mi è Maestra
Una stradina si era creata, un sentiero fatto di passi e saluti, dove la natura dava il benvenuto, la roccia disegnava specchi e un ruscello piovano scendeva a valle, erano tempi di fiori viola e api in festa, di margherite gialle e infanzia protetta. (Terre di Martorina) / Il mio cuore era stato vittima di sconfitta, avevo il dovere di rimetterci ordine, curarlo, scaricare quel dolore per costruirci candore. La notte molte candele erano preghiera, il corpo esausto esultava all’alba, un nuovo giorno cominciava. La terra e la marea erano respiro, ogni ciglio papiro, le nuvole sembravano riportarmi al fuoco di un tempo, la legna aveva la stessa sostanza e il pane illuminava d’oro. (Museo dello Spazio)
Appunti di Memoria. (Suono)
Il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi. (Sasà) – Aveva timore e rispetto di quella signora così umile e regale, credo gli abbia tramandato parecchio, e se nei momenti di sconforto pensava al suo essere, sentiva quell’odore di antichi sapori, di terra cotta ardere sul fuoco, di bucce di agrumi nell’aria, di biscotti che a lui piacevano tanto per come li preparava. (Il Terzo Fiore) / Aveva fatto sue molte fragilità per comprenderle in tempi maturi. Riusciva a scorgere l’anima degli incontri attraverso i loro stessi comportamenti, la corazza che indossava era adornata da piume, la sua fragranza di rose. Era sempre sorridente con occhi pieni di speranza e sogno, diceva che poteva andare a letto sereno dopo aver incontrato dei cari amici. (Casa Museo Sotto l’Etna)
Cuore in pena
Gli chiesero cosa stesse cecando, era così familiare il suo sguardo dritto verso un punto, che sembrava padroneggiare fiero l’ingresso di quel giorno. (Mezzanine Living) – Quanto il mio cuore ne soffra solo il Signore lo sa. (Respiro Viscerale) / Quando la visione precede l’azione. Particolare, Vedere il Vento. (Mio Nonno) \ 2007 Spring in New York. Particolare, Collaborazione Nick Daddazio. La fantasia ci abbandona. (Casa Museo Sotto l’Etna) / Le radici hanno bisogno di respirare. (Piazza Abramo Lincoln) @ Corpi d’Argilla Dipinti d’Oro.
Sala Consiliare Rispetto Pianeta Enna Visionaria
Dal profondo colmare si riversa di pacata melodia. Ancora incise le iniziali di un coro illuminante a corte. Scudi coperti e lance infuocate ripercorrono memoria del fanciullo. Non chiamate fantasia ciò che respira nella magia. (9791222752105)














































